LINGUAGGIO DEL CORPO

3° Lezione di 6 Tutte Gratuite

A B C DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE LA PROSSEMICA (1° PRIMA PARTE)

Edward Hall, antropologo statunitense nato nel 1914 e scomparso recentemente è considerato il padre della prossemica, colui che ne ha coniato il termine e dato una prima spiegazione.

Egli ‘Scrisse ‘ The hidden dimension nel 1966 (prima edizione Doubleday & Co. Inc., New York), edito in Italia dalla casa editrice Bompiani nel 1968, con il titolo La dimensione nascosta. In questo libro introduce alla prossemica, osserva i comportamenti degli animali e delle persone ed elabora questo saggio dove mette in luce tutte le sue deduzioni. Altro suo titolo è Il linguaggio silenzioso’ (da Wikipedia.it)

Hall definì la prossemica come: “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi – le distanze tra gli uomini mentre conducono le transazioni quotidiane,
l’organizzazione dello spazio nella propria casa e negli altri edifici e infine la struttura delle sue città.

Potremmo considerare, quindi, la prossemica come la disciplina che analizza i messaggi che il corpo emette nel momento stesso in cui assume una data collocazione in uno spazio già occupato da altri oggetti o altre persone: tali messaggi sono in grado di comunicare molte cose sulla persona che li ha emessi (la sua personalità, il suo stato d’animo, alcune informazioni sul suo status).

L'influenza dei luoghi

Alcuni studiosi ritengono che il luogo in cui vive un individuo sia in grado di influenzare la distanza che egli pone nel contesto delle relazioni sociali: chi vive in luoghi aperti come la campagna o la montagna, avrà una tendenza a mantenere distanze più ampie rispetto al proprio interlocutore.. chi vive in luoghi meno ‘aperti’ come ad esempio le grandi metropoli tenderà, al contrario, a mantenere distanze decisamente meno ampie.

Le popolazioni di Europa settentrionale e nord America utilizzano generalmente, nell’ambito delle conversazioni, distanze maggiori rispetto alle popolazioni latine.
Ampi studi sulla prossemica e sulle popolazioni hanno, infatti, riscontrato come gli inglesi e le popolazioni nordiche usino risaputamente una prossemica molto distante nell’ambito delle conversazioni (circa un’abbracciata e mezza), mentre i popoli latini si avvicinino così tanto da ‘da sembrare che ti stacchino i bottoni’.

Prendendo in considerazione il fatto che nella società americana vige la norma del non contatto.. non ci stupirà che un individuo che si trovi in un autobus affollato si sentirà a disagio, si irrigidirà, ed istintivamente cercherà di sottrarsi dal contatto con persone estranee.

Eppure… in medio oriente non crea alcun imbarazzo essere toccati o sfiorati da estranei mentre si sta passeggiando per la strada, poichè il contatto fisico ‘occasionale’ tra estranei è considerato la norma.

Al contempo anche in Italia è bene tener presente che vi sono enormi differenze di prossemica per ciò che riguarda chi vive al nord e chi vive al sud.

E il luogo in cui si cresce?

Alcuni studiosi che cito soltanto per ‘dovere di cronaca’, ma con le cui idee mi trovo in contrasto, mostrano grande considerazione anche per l’analisi del luogo in cui è cresciuto l’individuo, (ad esempio se egli ha vissuto l’infanzia in campagna o in città) io credo, invece, che l’influsso più grande derivi proprio dal contesto culturale nel quale si è stati plasmati, più che dalle caratteristiche fisiche del luogo di nascita.

Le Distanze

Edward Hall, nel tuo famoso testo ‘La dimensione nascosta’ ha descritto quattro tipologie di distanza interpersonale utilizzati nell’ambito pubblico e privato:

• DISTANZA INTIMA (0 – 45 cm)
• DISTANZA PERSONALE (45 – 120 cm)
• DISTANZA SOCIALE (120 – 360 cm)
• DISTANZA PUBBLICA (oltre 360 cm)

Ciascuna tipologia di distanza individuata da Hall può essere, poi, suddivisa in due fasi, andando così a definire un totale di otto fasi in grado di descrivere come gli individui strutturino le relazioni con il proprio spazio e con altri individui simili a loro.

Distanza Intima

Potremmo suddividere la distanza intima (o-45 cm) in due fasi:
• fase di vicinanza (0-15 cm)
• fase di lontananza (da 15 a 45 cm).

La prima rappresenta la distanza caratteristica delle azioni della lotta e dell’amplesso, in cui è presente un contatto marcatamente ravvicinato con l’altro.
Nella fase di lontananza, al contrario, è possibile riconoscere distintamente tutti i tratti del volto dell’altro e allungare le mani per toccarlo in ogni istante, ma non vi è contatto diretto di cosce, parti intime e capo dei due soggetti.
La voce è ridotta ad un sussurro ed ha il compito di stimolare nell’altro individuo emozioni e sentimenti.

Distanza Personale

Per ciò che riguarda la distanza personale (45-120 cm) è bene tener presente che essa è osservata soprattutto nelle società in cui vige la norma sociale del non contatto.

Anche in questo caso possiamo individuare due fasi:
• una fase di vicinanza (da 45 a 75 cm)
• una di lontananza ( da 75 a 120 cm)

In genere la distanza personale rappresenta un confine invalicabile agli estranei: potremmo immaginare il soggetto come al centro di un’aura che lo protegge proprio dal contatto con essi, e che può essere valicata soltanto da persone in stretto rapporto con l’individuo stesso.

Durante la prima fase è ancora possibile toccare l’altro anche semplicemente allungando un braccio, mentre nella seconda fase ciò non è più possibile.

Da tale distanza non è possibile, inoltre, percepire il calore che emana il corpo dell’altro.
È necessario che anche la voce sia di un tono più alto, ma è ancora possibile conversare e discutere con l’altro.

Distanza Sociale

La distanza sociale va ai 1.20 ai 3.60 metri. Anche in questo caso possiamo distinguere una prima fase (1.20 – 2.10 metri) ed una seconda fase (2.10- 3.60 metri).

La fase di vicinanza è quella che caratterizza gli affari sociali e gli incontri occasionali, ed è tipica soprattutto dei rapporti con i colleghi di lavoro.
La seconda, invece, è generalmente adottata negli incontri ‘formali’, ossia in quei contesti lavorativi in cui si è a contatto col pubblico ma non si è vincolati alla conversazione con esso. Tale distanza è osservata, inoltre, da chi condivide la stessa abitazione, nei momenti in cui ciascuno è impegnato in attività individuali e private.

Distanza Pubblica

La distanza pubblica (che va dai 3.60 metri in poi) chi ne fa uso è costretto ad utilizzare un tono di voce alto ed esprimere contenuti di tipo ‘formale’.

Generalmente può essere stabilita una distanza di oltre 7 metri attorno ad importanti personaggi politici e pubblici, ed essi sono quindi costretti ad enfatizzare l’uso della mimica e della gestualità, oltre a dover modificare il tono ed il volume della voce, per essere ascoltati e colpire positivamente i propri auditori.

Tale distanza permette all’individuo di fuggire alla minima minaccia, in modo istintivo, così come fa l’animale in pericolo.

Alla prossima lezione …

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